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D.P.C.M. 12/10/2007
1.2 Contenuti della Direttiva I diversi capitoli di questo documento forniscono indicazioni per definire l’azione sismica, in relazione alla pericolosità del sito ed alla destinazione d’uso del manufatto, e la capacità della struttura, attraverso una corretta conoscenza e modellazione del manufatto. Nel capitolo 2 sono suggeriti i requisiti di sicurezza ritenuti adeguati per i beni architettonici di valore storico artistico. Sono opportunamente ridefiniti gli stati limite di riferimento, che non si riferiscono solo ad esigenze di salvaguardia dell’incolumità delle persone (stato limite ultimo) e di funzionalità (stato limite di danno), ma anche alla perdita del manufatto ed ai danni ai beni di valore artistico in esso contenuti. Sono inoltre suggeriti i livelli di protezione sismica, in relazione alle esigenze di conservazione ed alle condizioni d’uso. Nel capitolo 3 vengono fornite indicazioni per una accurata definizione dell’azione sismica, che risulta particolarmente utile in quanto il confronto tra l’accelerazione di collasso e quella attesa al suolo non ha un valore cogente ma deve contribuire ad esprimere un giudizio sul livello di rischio del manufatto. La suddivisione del territorio italiano in zone, attribuendo a ciascuna un prefissato valore dell’azione sismica, rappresenta uno schema semplice ed efficace per la progettazione di nuove strutture ma può condurre a sovrastime, che possono risultare critiche per la conservazione di un manufatto esistente. L’azione sismica 1 Supplemento Ordinario n. 159 della G.U. n. 222 del 23.9.2005. 2 Supplemento Ordinario n. 72 della G.U. n. 105 del 8.5.2003, G.U. n. 236 del 10.10.2003 e S.O. n. 85 G.U. n. 107 del 10.5.2005. di riferimento viene quindi valutata beneficiando degli studi già disponibili che definiscono la pericolosità sismica del territorio italiano ed effettuando, eventualmente, approfondimenti sulle caratteristiche locali del sito (microzonazione). La conoscenza del manufatto (Capitolo 4) dovrà essere acquisita, tenendo presente quanto indicato al punto di riferimento viene quindi valutata beneficiando degli studi già disponibili che definiscono la pericolosità sismica del territorio italiano ed effettuando, eventualmente, approfondimenti sulle caratteristiche locali del sito (microzonazione). La conoscenza del manufatto (Capitolo 4) dovrà essere acquisita, tenendo presente quanto indicato al punto dell’Ordinanza, conformemente a quanto previsto dal programma per il monitoraggio dello stato di conservazione dei beni architettonici tutelati (Allegato A), elaborato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici e finalizzato all’acquisizione della conoscenza del patrimonio culturale italiano. Nel capitolo 5 sono illustrate le diverse possibilità di modellazione del comportamento strutturale di una costruzione storica in muratura. In particolare, per la valutazione della sicurezza sismica vengono individuati, a livello esemplificativo, tre diversi livelli, di crescente completezza, applicabili rispettivamente: LV1) per le valutazioni della sicurezza sismica da effettuarsi a scala territoriale su tutti i beni culturali tutelati3; LV2) per le valutazioni da adottare in presenza di interventi locali su zone limitate del manufatto; LV3) per il progetto di interventi che modificano il funzionamento strutturale accertato o quando venga comunque richiesta un’accurata valutazione della sicurezza sismica del manufatto. Infine, nel capitolo 6 sono descritti i criteri da seguire per il miglioramento sismico, ovvero per la riduzione delle vulnerabilità accertate sulla base dei risultati della modellazione e dell’osservazione degli eventuali danni; per ciascuna problematica sono anche indicate le possibili tecniche di intervento, che vengono esaminate criticamente in relazione alla loro efficacia, al loro impatto sulla conservazione (non invasività, reversibilità e durabilità) ed ai costi. 2 REQUISITI DI SICUREZZA E CONSERVAZIONE
2.1 Strumenti per la valutazione della sicurezza sismica a scala territoriale L’attuazione di politiche di mitigazione richiede la conoscenza del rischio sismico dei manufatti esistenti a scala territoriale. Per andare incontro a questa esigenza, nell’intento di acquisire in tempi brevi una conoscenza omogenea ed accurata del rischio del patrimonio culturale, la Direzione Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha elaborato un programma per il monitoraggio dello stato di conservazione dei beni architettonici tutelati. Esso consiste nella costruzione di una banca dati dei beni architettonici tutelati, contenente per ciascun manufatto una serie di dati, strutturati attraverso schede, relativi alla conoscenza della costruzione e dello stato di conservazione, alla valutazione della vulnerabilità e del rischio ed all’eventuale progetto di interventi per la prevenzione. Nell’Allegato A sono descritte la metodologia e la struttura di tale banca dati. La finalità è di acquisire, in tempi ragionevolmente brevi, una conoscenza del livello di sicurezza di questi edifici nelle aree maggiormente sismiche. Considerato il numero rilevante di beni tutelati, nel caso di verifiche estese a scala territoriale, queste devono essere intese come valutazione della sicurezza sismica, da eseguirsi con metodi semplificati, diversi da quelli utilizzati per il progetto di un intervento. E’ in ogni caso necessario valutare quantitativamente l’accelerazione di collasso e rapportarla a quella attesa nel sito in un prefissato intervallo di tempo e con una prefissata probabilità di superamento (accelerazione attesa nel sito): questo parametro, che sarà definito nel seguito indice di sicurezza sismica, è utile per evidenziare le situazioni più critiche e stabilire priorità per i futuri interventi. Se l’accelerazione di collasso risulta significativamente inferiore a quella attesa nel sito, ciò semplicemente determina la necessità di eseguire una valutazione più accurata, ed eventualmente intervenire in un secondo momento (infatti, coerentemente con il concetto probabilistico di sicurezza, la struttura potrebbe essere considerata sicura nei riguardi di un 3 L’Ordinanza 3274/03, all’articolo 2, comma 3, prevede che entro cinque anni si proceda alla verifica sismica sia degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sia degli edifici ed opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso. Il Decreto P.C.M. del 21 ottobre 2003 (G.U. n. 252 del 29.10.2003) elenca nel dettaglio le tipologie di strutture di competenza statale sopra definite: molte delle strutture appartenenti alla prima categoria sono manufatti tutelati e, nell’ambito della seconda categoria, sono esplicitamente indicati gli “edifici il cui collasso può determinare danni significativi al patrimonio storico, artistico e culturale (quali ad esempio musei, biblioteche, chiese)”. Risulta quindi evidente che tali verifiche dovranno essere effettuate su quasi tutto il patrimonio tutelato. terremoto con periodo di ritorno più breve di quello della accelerazione attesa e dunque avente accelerazione attesa minore). In questo documento sono individuati alcuni semplici modelli meccanici, utilizzabili per le più diffuse tipologie di manufatto storico; l’adozione di questi modelli, pur affetti da incertezze, ha il pregio di fornire una valutazione, omogenea a scala territoriale e quindi significativa, proprio ai fini di una pianificazione degli interventi. Il livello LV1 consente la valutazione dell’accelerazione di collasso attraverso metodi semplificati, basati su un numero limitato di parametri geometrici e meccanici o che utilizzano strumenti qualitativi (interrogazione visiva, lettura dei caratteri costruttivi, rilievo critico e stratigrafico). Per le valutazioni più accurate, su singoli manufatti, gli strumenti da adottare sono quelli definiti per la progettazione degli interventi di miglioramento, secondo il livello denominato LV3. terremoto con periodo di ritorno più breve di quello della accelerazione attesa e dunque avente accelerazione attesa minore). In questo documento sono individuati alcuni semplici modelli meccanici, utilizzabili per le più diffuse tipologie di manufatto storico; l’adozione di questi modelli, pur affetti da incertezze, ha il pregio di fornire una valutazione, omogenea a scala territoriale e quindi significativa, proprio ai fini di una pianificazione degli interventi. Il livello LV1 consente la valutazione dell’accelerazione di collasso attraverso metodi semplificati, basati su un numero limitato di parametri geometrici e meccanici o che utilizzano strumenti qualitativi (interrogazione visiva, lettura dei caratteri costruttivi, rilievo critico e stratigrafico). Per le valutazioni più accurate, su singoli manufatti, gli strumenti da adottare sono quelli definiti per la progettazione degli interventi di miglioramento, secondo il livello denominato LV3. Criteri per la valutazione della sicurezza sismica e dell’efficacia dell’intervento Per i beni culturali tutelati è in ogni caso necessario attenersi ad interventi di miglioramento. Con il termine di miglioramento si deve intendere l’esecuzione di opere in grado di far conseguire all’edificio un maggior grado di sicurezza rispetto alle azioni sismiche con un livello di protezione sismica non necessariamente uguale a quello previsto per le nuove costruzioni. Nel caso dei manufatti architettonici di interesse storico e culturale esistono, infatti, oggettive difficoltà a definire procedure di verifica dei requisiti di sicurezza, analoghe a quelle applicate per gli edifici ordinari, in quanto la loro varietà tipologica e la singolarità specifica dei “monumenti” (anche dovuta alla storia di ogni edificio) non consentono di indicare una strategia univoca ed affidabile di modellazione ed analisi. In queste valutazioni spesso si riscontrano sia un’incertezza nel modello di comportamento sia un’incertezza dei parametri del modello. Inoltre, per quanto riguarda gli interventi, non sempre è possibile quantificarne con precisione la reale efficacia ed è impossibile portare in conto, attraverso un procedimento esclusivamente quantitativo, le esigenze di conservazione; ne deriva che spesso è opportuno accettare un livello di rischio sismico più elevato rispetto a quello delle strutture ordinarie, piuttosto che intervenire in modo contrario ai criteri di conservazione del patrimonio culturale. Si ritiene comunque necessario calcolare i livelli di accelerazione del suolo corrispondenti al raggiungimento di ciascun stato limite previsto per la tipologia strutturale dell'edificio, nella situazione precedente e nella situazione successiva all'eventuale intervento. In questo è implicita la consapevolezza che non sempre si possono applicare ai beni culturali tutelati le prescrizioni di modellazione e verifica indicate per gli edifici ordinari, ma si afferma che comunque è necessario procedere ad una valutazione del comportamento sismico complessivo del manufatto, con i modelli ritenuti più opportuni. In questa Direttiva viene proposto un percorso di conoscenza ed analisi in cui il giudizio sul livello di rischio del manufatto o l’idoneità di un intervento emerge dal confronto tra la capacità della struttura, valutata a seguito di una conoscenza qualitativa e quantitativa della costruzione, e l’azione sismica, opportunamente modulata in funzione di ragionevoli livelli di protezione sismica. Tale confronto non deve essere inteso come una verifica cogente, nella quale la capacità deve risultare superiore alla domanda conseguente a quella azione, ma come un elemento quantitativo da portare in conto, insieme ad altri, in un giudizio qualitativo complessivo che considera le esigenze di conservazione, la volontà di preservare il manufatto dai danni sismici ed i requisiti di sicurezza, in relazione alla fruizione ed alla funzione svolta. In questo contesto, tutti i coefficienti e parametri indicati nel seguito della Direttiva non hanno valore prescrittivo. Ribadito quindi che per i beni culturali tutelati è possibile derogare rispetto all’adeguamento, dal punto di vista operativo, una possibile procedura in applicazione ai concetti espressi è la seguente: . valutazione dell’indice di sicurezza sismica nella situazione attuale (funzionamento accertato): in questa fase si dovrà tenere debitamente conto anche di valutazioni qualitative su situazioni di vulnerabilità riconosciute ma difficilmente quantificabili. . valutazione dell’indice di sicurezza sismica alla quale il manufatto può essere portato con interventi compatibili con le esigenze di tutela delle proprie caratteristiche specifiche:
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Beni culturali, Bonifica, Caccia e pesca, Inquinamento,
Risorse idriche, Parchi, Cartografia, Paesaggio, Rifiuti, Zone protette
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Amministrazione, Catasto, Certificazione, Comuni, Concessioni,
Enti locali, Protezione civile, Università
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Agricoltura, Artigianato, Alberghi, Balneazione, Spettacolo, Turismo
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Agricoltura, Artigianato, Alberghi, Balneazione, Spettacolo, Turismo
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Energia, Energie Alternative
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Costruzioni, Edilizia, Strutture, Impianti, Lavori, Materiali, Opere pubbliche,
Appalti, Contabilità, Barriere architettoniche
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Condomini Immobili Locazioni
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Aeroporti, Ferrovie, Ponti, Porti, Strade, Condutture
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Informatica, Innovazione, Telecomunicazioni
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Contratti, Esercizio Tariffa professionale, Lavoro
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Sicurezza, Prevenzione incendi, infortuni, impianti
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Alluvioni, Calamità, Dissesti, Frane, Terremoti
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Norme non incluse nelle categorie precedenti
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